venerdì 2 marzo 2012

Buongiorno a tutti. Oggi non ho molto tempo per scrivere, ma volevo rendervi partecipi del fatto che ieri sera sono andata un po' avanti con "La Principessa" e finalmente ho cominciato a sentirmi coinvolta dalla storia. Il principe di Clèves, nelle prime pagine della seconda parte del libro, racconta alla moglie che cosa avesse combinato la signora di Tournon per farsi disprezzare da lui. In sintesi, la signora aveva prima cominciato a frequentare di nascosto Sancerre, promettendogli un giorno di sposarlo, e dopo qualche tempo, all'insaputa di tutti, aveva dato inizio a una storia anche con Estouteville, assicurando anche a lui che un giorno si sarebbero uniti in matrimonio. Poi la poverina muore, e Sancerre, amico di Estouteville, viene a sapere da quest'ultimo della relazione clandestina che lo univa alla signora di Tournon. Sancerre, molto umanamente, confessa al principe di Clèves di non sapere più dove sbattere la testa, perché continua ad amare una donna che non lo merita, una donna che l'ha ingannato e che dovrebbe detestare, e per la quale tuttavia non riesce a non provare ancora un forte sentimento. Addirittura commisera sé stesso perché, prima di sapere di Estouteville, era un uomo felice nella propria disperazione: poteva piangere la morte della sua amata con il conforto di sapere di averne il diritto. Ora, invece, è un uomo distrutto, dilaniato da una perdita a cui non può porre rimedio e straziato dalla consapevolezza di essere stato imbrogliato per molto tempo, e per finire impossibilitato a chiarire con colei che ha tradito la sua fiducia. Non potendo apostrofarla in malo modo e rinfacciarle il male che ha commesso, Sancerre non può fare altro che continuare ad amarla e odiarla allo stesso tempo. Proprio qui, in queste pagine che vibrano della complessità dell'animo umano, ho finalmente iniziato a percepire una certa sintonia con i personaggi, che saranno anche nobili e aristocratici, ma in fin dei conti forse non sono altro che semplici esseri umani come noi.

PS: citazione di oggi dedicata a Sancerre:
"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior." (Catullo)

(Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.)

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