giovedì 23 febbraio 2012

Buongiorno, miei quattro lettori. Ieri sera ho letto qualche altra pagina della "Principessa" e a dire la verità mi sono un po' annoiata. Siamo alla corte di Francia degli ultimi anni del regno di Enrico II (1547/1559) e tutti, TUTTI i nobili - che siano principi, conti, duchesse o cavalieri - sono bellissimi. Sembra di leggere le cronache di un "Beautiful" ante litteram. E ovviamente la protagonista, Madamigella di Chartres, è la più bella, la più buona, la più soave, la più perfetta - oserei dire "la più migliore" - di tutte. Dopo qualche pagina di intrighi, volti a evitare che questo o quell'altro pretendente la impalmi, Miss Perfection sposa il principe di Clèves - il che è anche giusto, visto che lui era stato il primo a metterle gli occhi addosso e l'amava dal profondo del suo cuore anche in virtù delle di lei molteplici virtù. Gli intrighi di cui vi parlavo scaturiscono dal fatto che, come in ogni soap-opera che si rispetti, ci sono casate in perenne lotta contro altre casate, e quindi giammai lo mio figlio, o lo mio nipote, o lo figlio del cugino del mio guardacaccia sposerà una Chartres! Il principe stesso, per sposare la sua adorata, dovrà attendere la morte del proprio padre che si era fortissimamente opposto alle nozze. "Questo matrimonio non s'ha da fare" era un vero e proprio tormentone, in quei secoli... La nostra fanciullina, che pare secernere miele da tutti i pori, ha però un difetto: non è innamorata del marito. Ha accettato di sposarlo perché era una brava persona - e anche forse un po' per timore di rimanere zitella, visto che le stavano facendo terra bruciata intorno manco fosse un'appestata. Ma il principe si strugge perché non riesce a conquistare il suo cuore... Cosa farà per farla innamorare di sé? Peccato che a quei tempi non ci fossero i talk show, Maria de Filippi o almeno Stranamore...
Bene, per ora non sono andata oltre. Dicevo che ieri, leggendo, mi sono un po' annoiata: ciò è dovuto allo stile della scrittrice che, sebbene sia scorrevole, non risulta avvincente. Oltre ad aver sovraffollato di personaggi le prime pagine - avete presente la saga di Martin, o quella di Jordan? In confronto a lei sono dei dilettanti - Madame de La Fayette preferisce raccontarci gli avvenimenti uno dietro l'altro, piuttosto che mostrarceli e farceli vivere. Il fatto poi che l'azione sia ambientata a corte, con tutti quegli intrighi e quei pomposi aristocratici, mi spinge a non amare molto questo romanzo. Tuttavia, ho letto appena una ventina di pagine, per cui forse non dovrei essere così dura nei miei giudizi. Concederò a Madame de La Fayette l'opportunità di farmi cambiare idea. Vorrei solo poterle domandare una cosa: ma perché questi personaggi non hanno un nome di battesimo? La Principessa di questo, il Duca di quest'altro, la Madama, la Madamigella... Sì, ma il nome? Sarò io fissata coi nomi, ma mi disturba trovare in un romanzo dei personaggi anonimi - speriamo solo di nome e non anche di fatto!

 

4 commenti:

  1. Anche lei li fa morire come le foglie cadono in autunno? (Martin ti odio)

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  2. Per ora no, e non credo neanche in futuro. Io Martin lo adoro, anche se ha la deprecabile abitudine di ammazzarti sotto gli occhi i personaggi dopo aver scritto pagine e pagine per farti innamorare di loro.

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    1. Se non contestualizzi però non vale....quando è stato scritto il libro? dove? da chi?

      Non è un po' riduttivo fare il commento di venti pagine senza cercare di capire il momento storico in cui si è scritto un romanzo?

      Anche il libri della Austin all'inizio sembrano una cazzata ma non lo sono per niente!

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  3. Ma hai letto tutti i miei post per intero, prima di scrivere?

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